Una famiglia – padre, madre e il loro figlio di cinque anni, Gosh – erano seduti a cena. Improvvisamente, il figlio chiese: “Mamma, perché non assomiglio a papà?”
“Chi te l’ha detto?!” la madre rispose bruscamente. “Non urlare con il bambino,” il padre rimproverò, poi prese in giro sua moglie, “Hai qualcosa da dirci?”
“Pensi che ti stia accusando di qualcosa?!” rispose la moglie. “Pensa prima di parlare!”
“Mi piacerebbe vedere la tua reazione se ti accusassero di una cosa del genere!” continuò, accalorata.
“Chi dice che ti sto accusando?” il marito cominciò ad agitarsi. “Non l’ho detto esplicitamente, ma lo hai insinuato con la tua domanda! Se dubiti di me, forse non mi hai mai amato, o forse non mi hai mai amato affatto?”
“Forse tu non mi hai mai amato!” la moglie iniziò a bollire.
Le parole si intensificarono e una grande lite era in vista. Ma in quel momento, il loro figlio, Gosh, intervenne con la sua “importante” parola. “Mamma, papà, perché litigate? Dovete solo farmi assomigliare a papà.”
I genitori, con la bocca aperta, guardarono il figlio. “Cosa intendi?” finalmente riuscì a dire il padre.
“È molto semplice. Dovete solo darmi un martello e una sega,” spiegò il figlio.
I genitori scambiarono sguardi confusi. “Spiegati,” disse infine il padre.
“Ho rotto un’altra sedia all’asilo,” sospirò Gosh mentre iniziava la sua spiegazione. “E la signorina Marina ha detto: ‘Gosh, non assomigli affatto a tuo papà. Lui viene e ripara i nostri mobili, ma tu li continui a rompere.’ Quindi, papà, mi darai un martello e una sega? Riparerò la sedia e poi assomiglierò proprio a te.”
In quel momento, il padre scoppiò a ridere, facendo tremare le finestre. La madre mise la testa tra le mani cercando di trattenere la risata.