Quindici anni fa, Bhaya ed io ci siamo sposati. Ho subito capito che non avremmo mai avuto un buon rapporto con mia suocera.
Per lungo tempo, Sergey ed io non abbiamo avuto figli. Fortunatamente, lui era un uomo d’affari, direttore di un’azienda prospera, quindi abbiamo fatto dei test, seguito una terapia e presto la vita ci ha benedetti con un figlio e una figlia.
Ho cresciuto i bambini mentre mio marito lavorava; questa situazione ci andava bene. Mia madre viveva in un altro paese, quindi non mi aspettavo aiuto da parte sua. Tuttavia, mia suocera semplicemente non voleva aiutare. Non le piacevo e ignorava i suoi nipoti.
Quindici anni fa, mi considerava indegna del suo figlio, pensava che lo stessi accompagnando solo per i soldi e cercando di presentargli ragazze di famiglie ricche. Ma Sergey mi aveva scelto.
Una sera, tornando a casa, ho trovato un biglietto sul comodino e ho notato che l’appartamento era vuoto, senza segni di Sergey. Mi aveva lasciata, insieme ai bambini. Il biglietto diceva: “Ho qualcun altro.
Sei una donna forte, te la caverai. Se puoi, perdonami. Non cercarmi.” L’ho chiamato, ma il suo telefono era spento. Era andato via, lasciandomi senza nulla. Non avevo notato cambiamenti nel suo comportamento. Ho deciso di chiamare mia suocera.
“È colpa tua! Sospettavo fin dall’inizio che sarebbe finita così, quindi ero contrario. Di cosa sono colpevole, ancora non lo capisco.
È chiaro che non mi resta niente, e i bambini sono con me. Come li nutro, su cosa vivremo, non ne ho idea! Ho ricordato che prima del matrimonio aiutavo gli studenti a scrivere i loro lavori e tesi. Ho ricominciato a farlo… Alcuni mesi dopo, hanno bussato alla porta. L’ho aperta, e c’era mia suocera, in lacrime.
Ha detto che la nuova fidanzata di mio marito li aveva manipolati, ingannati ed era sparita, lasciandoli senza niente, proprio come avevano fatto con me all’epoca. Mia suocera mi ha chiesto di lasciarla rimanere per un po’.
E ora, non so se dovrei farle subire la stessa cosa che mi ha fatto subire lei, o se dovrei perdonare.”